Davide Enia inaugura con il suo ultimo spettacolo L’abisso il nuovo anno di prosa al Teatro Pasolini di Cervignano

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L’abisso riporta sulle scene italiane e a Udine l’attore siciliano, oggi fra i migliori narratori teatrali italiani. Tratto dal suo libro “Appunti per un naufragio”, (edizioni Sellerio, testo vincitore del Premio Anima Letteratura 2017 e Premio SuperMondello e Mondello Giovani 2018).
Da Lampedusa, da un’isola protesa a sud, tra Africa e Europa, Davide Enia guarda in faccia chi arriva e chi attende, e narra la storia di un naufragio individuale e collettivo.
Da un lato una moltitudine in movimento, che attraversa intere nazioni e poi il Mar Mediterraneo, in condizioni al di là di ogni immaginazione. Dall’altro, a cercare di accoglierla, un pugno di uomini e donne sul confine di un’epoca e di un continente.
Enia porta così in scena una materia varia e viva, tesa e emozionante, e fonde il racconto puro agli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, all’arte magnifica del cunto palermitano, alle testimonianze di chi vive sulla frontiera del mare aperto,  il personale della Guardia Costiera, gli operatori medici e i lampedusani, i volontari e le persone sbarcate sull’isola.

“Nella messa in scena – spiega Enia – usiamo diversi registri del linguaggio teatrale, perché quanto sta accadendo è ancora troppo gigantesco per essere contenuto in una forma unica.
Con Giulio Barocchieri  – il compositore e musicista che mi accompagna in scena – abbiamo lavorato sugli antichi canti dei pescatori, sulle melodie a più voci che si intrecciano senza sosta fino a diventano preghiere cariche di rabbia quando il mare ruggisce e nelle reti, assieme al pescato, si ritrovano sistematicamente i cadaveri di uomini, donne, piccirìddi.
Abbiamo lavorato sul cunto palermitano, spostando l’elemento epico dallo scontro tra i paladini a un nuovo campo di battaglia: il mare aperto e abbiamo lavorato sull’interpretazione attoriale, quando le parole dei testimoni da me incontrati si fanno carne e consentono l’epifania del personaggio.
E poi c’è il racconto puro, in cui intimità e storia si rincorrono fino a sovrapporsi.
L’Abisso è una riflessione, figlia del lavoro sul campo – continua l’interprete –  su quanto sta accadendo, per riportare con urgenza nello spazio condiviso del teatro il tempo presente e la sua crisi. Il teatro, quindi, come luogo di confronto e di rinegoziazione dei giudizi.
Quanto si sta verificando a Lampedusa non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti, è proprio un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che sarà domani. Sta cambiando tutto. È da più di un quarto di secolo che accade”.

PrevenditeCervignano, Teatro Pasolini, piazza Indipendenza, martedì, mercoledì, venerdì ore 16.00 – 18.00/ giovedì e sabato ore 10.00 – 12.00 – t. 0431 370273  – info@teatropasolini.it