martedì 28 gennaio 2014

Il racconto dei Promessi Sposi

TIG teatro per le nuove generazioni 2013/2014

di Luca Radaelli  
regia Beppe Rosso  
con Stefano Bresciani, Valerio Maffioletti, Michele Fiocchi, Lalla Pellegrino, Giusi Vassena  
consulenza scenografica di Fulvio Donorà
consulenza al canto corale di Antonio Pizzicato
costumi a cura di Carla Banfi
collaborazione tecnica di Leonardo Dragonetti e Lino Brusa
organizzazione Monica Martignoni e Orietta Ripamonti  
una produzione Teatro Invito – Lecco

menzione speciale Premio ETI Stregagatto 1998    

tecniche utilizzate: teatro d’attore, narrazione, canto corale
durata: 80 minuti
dai 14 ai 16 anni – scuola secondaria di II grado    

Il progetto nasce da una sceneggiatura che Pier Paolo Pasolini scrisse per un film mai realizzato. Nell’idea di Pasolini, il racconto dei Promessi Sposi viene narrato da Renzo ai propri figli in flash-back. La famiglia Tramaglino fa da coro al racconto: Lucia e i bambini intervengono a commentare e intercalare la narrazione. L’intuizione di Pasolini ha riscontro peraltro nel romanzo dei Promessi Sposi, dove si allude al fatto che Renzo stesso sia la fonte diretta dell’anonimo romanzatore seicentesco.
Un racconto orale, dove ogni attore ha un proprio personaggio: Abbondio, Agnese, Cristoforo, Lucia, Renzo, tuttavia la coralità del racconto fa sì che dal tessuto drammaturgico emergano anche le voci dei personaggi minori. Ma soprattutto emerge la voce del popolo dolente, furente, impaurito, quel popolo che deve superare, come flagelli biblici, le prove della carestia, della guerra e della peste, e da cui esce prepotente quell’anelito di giustizia, che fonderà poi la scrittura della Colonna Infame.
Due sono le strade per affrontare tali prove: quella della rivendicazione sociale, sperimentata da Renzo, e quella della devozione, che porterà Lucia al miracolo; entrambe simboleggiate dal pane, cibo del corpo e dell’anima. Il percorso dei personaggi si dipana come in un gioco dell’oca. La festa di matrimonio, interrotta all’inizio, si potrà finalmente celebrare.

Vi sveliamo che…
Abbiamo lavorato sui differenti registri che si evincono dal romanzo: da quello lirico delle descrizioni paesaggistiche (“Quel ramo del Lago di Como…”, “Addio monti…”), a quello epico delle azioni di massa (I tumulti di San Martino, la calata dei Lanzichenecchi); da quello comico dei dialoghi specialmente imperniati sulla figura di Don Abbondio, coloriti di teatralissimi “a parte”, a quello tragico, legato invece ai personaggi “shakespeariani” dell’Innominato e della Monaca di Monza.

La riscrittura del testo e le soluzioni registiche vanno nel solco della riscoperta del teatro popolare, un teatro che cerca le proprie ragioni nell’immediatezza del rapporto con il pubblico, secondo principi mutuati dalla poetica brechtiana. La lingua usata è un pastiche di italiano e dialetto lombardo, in cui affiorano il latino della Chiesa e lo spagnolo dei dominatori. Il canto, eseguito coralmente dagli attori, accompagna lo svolgimento della vicenda e ne sottolinea la ritualità, pescando nel repertorio popolare lombardo.

Teatro Invito
Dal 1986 la compagnia Teatro Invito coniuga l’attenzione per il teatro ragazzi con la ricerca e la vocazione per la teatralizzazione di spazi non deputati, con spettacoli anche itineranti e all’aperto. Finalista al Premio ETI Stregagatto nel 1998, riceve dalla giuria la menzione speciale “per l’interesse culturale della sua impostazione, per l’interpretazione corale, l’ideazione e il lavoro drammaturgico, per il coinvolgimento collettivo della compagnia”. Oltre alla circuitazione nazionale, il Teatro Invito è stato presente anche a festival internazionali in Francia, Germania, Svizzera, Malta, Croazia, Cina, Austria, Turchia, Tunisia.
www.teatroinvito.it

Video promo
www.youtube.com/watch?v=PvFKTnj7VR0&feature=player_embedded