martedì 12 aprile 2016

La fabbrica dei preti di Giuliana Musso

Teatro e danza 2015/2016

A causa di un’indisposizione della protagonista Giuliana Musso, lo spettacolo La fabbrica dei preti in programma mercoledì 10 febbraio al Teatro Pasolini di Cervignano è rinviato al 12 aprile 2016.  Gli abbonati e i possessori di biglietti per la data annullata del 10 febbraio potranno presentarsi direttamente a teatro la sera del 12 aprile 2016.

Per informazioni: Cervignano, Teatro Pasolini, piazza Indipendenza 34 tel 0431 370273 info@teatropasolini.it

La fabbrica dei preti
di e con Giuliana Musso
assistenza e ricerche fotografiche Tiziana De Mario
responsabile tecnico Claudio Parrino
collaborazione allestimento Massimo Somaglino
realizzazione video Giovanni Panozzo e Gigi Zilli
elementi di scena Francesca Laurino
ricerche bibliografiche Francesca Del Mestre
consulenza musicale Riccardo Tordoni
una produzione La Corte Ospitale

La fabbrica dei preti: un reportage, un album di fotografie, tre vite
La fabbrica dei preti intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito” (ispirato al racconto omonimo di Don Antonio Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi: un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio. Sul palco una serie di schermi di proiezione degli anni ’60 e alcuni abiti appesi: una tonaca, un vestito da sposo, un clergyman, una tuta da operaio. Giuliana Musso dà voce con emozionante maestria ai tre sacerdoti, tre uomini anziani che si raccontano con franchezza: la giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana.

“Lo spettacolo, mentre racconta la storia di questi ex-ragazzi, ex-seminaristi, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità… e della bellezza dell’essere umano. E così mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi e mentre ci commuoviamo per le loro solitudini possiamo, forse, consolare le nostre.”
Giuliana Musso