giovedì 02 febbraio 2017 ore 21:00

La parola padre

Archivio Teatro e Danza 2016/2017

drammaturgia e regia Gabriele Vacis
con Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandra Crocco (Italia), Aleksandra Gronowska (Polonia), Anna Chiara Ingrosso (Italia), Maria Rosaria Ponzetta (Italia), Simona Spirovska (Macedonia)
scenofonia e allestimento Roberto Tarasco
coordinamento artistico Salvatore Tramacere
assistente alla regia Carlo Durante
training Barbara Bonriposi
produzione Cantieri Teatrali Koreja

La parola padre è uno spettacolo di donne. Sei donne di quattro diversi Paesi e culture, a confronto nella loro relazione con la figura paterna. Tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno questioni aperte con i loro padri. In quanti modo si può dire padre? In quanti modi si declina la relazione con questa figura di riferimento, in presenza o in assenza? Immagini, danze, musiche, dialoghi e parole frullano identità impossibili, mobili, fluide.

Sei giovani donne si incontrano in uno dei tanti crocevia del presente. Quei non luoghi che frequentiamo senza vedere. Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria. Tre sono italiane, una è polacca, una è bulgara, una è macedone.
Tutte parlano più o meno inglese.
Quali sentimenti coltivano sei ragazze di nazionalità diverse, che si parlano attraverso una lingua comune superficiale?
Hanno memorie comuni? Che storie possono raccontarsi e raccontare? E, soprattutto hanno una storia comune da raccontare?
Con le sei ragazze ho fatto lunghe interviste che ho ripreso in video. Più che interviste sono sedute psicanalitiche.
Ho chiesto loro di raccontarmi quando hanno avuto davvero paura, quando si sono sentite al sicuro.
La paura è il sentimento dominante del nostro tempo. Perché possediamo tanto. Perlopiù cose. Quindi abbiamo paura che gli altri, che il resto del mondo, a cui abbiamo rubato il tanto che abbiamo, ci presenti il conto. Abbiamo paura che ce lo portino via.
Alle sei ragazze ho chiesto di raccontare storie, non ho chiesto opinioni.
Sono venute fuori testimonianze diverse: se una ha vissuto sei, sette anni sotto il comunismo, ha paure e desideri diversi da una che discende da Alessandro il Macedone.
Per queste ragazze è molto importante raccontare il padre. I loro padri…fino ad Alessandro il Macedone. E la parola padre ha la stessa radice semantica della parola patria.
Gabriele Vacis

www.teatrokoreja.it

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intero €15,00
ridotto giovani €8,00
biglietto ridotto €12,00

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